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La marijuana light e la creatività antiproibizionista

La marijuana light e la creatività antiproibizionista

Di: Pippi Contini Attivismo

L’estate antiproibizionista in Italia è esplosa sotto il segno della marijuana light, la cannabis sativa con basso contenuto di THC brillantemente rilanciata sul mercato da Easyjoint.

Un argomento, quello della cannabis light, che ha decisamente riscaldato gli animi nel settore della canapa in Italia, accendendo un vivo dibattito a 360°.

Da un lato c’è Assocanapa, conosciuta associazione di coltivatori di canapa (con azienda omonima) che accusa di speculazione, dall’altro ribatte Federcanapa, che apprezza l’iniziativa che sembrerebbe spingere un prodotto, come l’infiorescenza, che per molti dei coltivatori, non crea beneficio economico. Mentre sul web si moltiplicano i commenti dei consumatori di marijuana (quella ‘che sballa’), che si sentono truffati e vedono la truffa nella commercializzazione di infiorescenze senza THC; e di quelli che sono felici di poter continuare a consumare la pianta senza infrangere la legge ed alimentare il mercato nero, anche senza ‘sballo’.

La marijuana light e la creatività antiproibizionista

Facciamo un po’ di chiarezza.

Di che si tratta? E che c’è di nuovo nel progetto di Easyjoint che tanto ha fatto discutere?

Con cannabis light, il progetto di Easyjoint allude a infiorescenze di canapa sativa con alti livelli di CBD ed un contenuto di THC che rientra nei parametri che lo rendono un prodotto legale (al di sotto dello 0,6% secondo l’ultima legge a rispetto entrata in vigore a gennaio).

E fin qui niente di nuovo. In Italia infatti si tratta di un prodotto facilmente reperibile oltre che legale dal 1997. Tra le prime aziende a commercializzare infiorescenze di canapa c’era proprio Assocanapa che ad oggi vende erba di canapa ovvero “infiorescenze femminili, semi e foglioline della varietà Carmagnola”.

Negli ultimi anni si sono affacciate sul mercato numerose marche che confezionano infiorescenze di canapa per infusi e tisane, o seguendo l’esempio svizzero come Easyjoint, come sostitutivo del tabacco. Nessuna ha avuto tanto successo.

Per gli ideatori, Easyjoint non è solo un prodotto commerciale, visto che si tratta principalmente di sfoderare un’altra arma nella lotta al proibizionismo.

E lo dichiarano così: “Easyjoint® è un progetto che attraverso la commercializzazione e la
 valorizzazione delle infiorescenze di Canapa Sativa Legale di elevata
 qualità contribuisce al processo di legalizzazione in Italia”.

Lo definiscono un prodotto naturale, legale, salutare, sostenibile e italiano che ‘serve’ prima di tutto a normalizzare la pianta della cannabis, rendendone le sue infiorescenze accessibili a chiunque, semplicemente facendo un ordine online o recandosi al grow shop più vicino.

Easyjoint è stata lanciata sul mercato a fine maggio e subito i centralini son andati in tilt arrivando a ricevere un ordine ogni trenta secondi. In soli due mesi hanno già più di 200 punti vendita in tutto il paese e la richiesta è altissima.

La marijuana light e la creatività antiproibizionista

Luca Marola, uno degli ideatori di Easyjoint, in un’intervista a Repubblica ha spiegato il duplice obiettivo del progetto: dare valore economico ad un prodotto di scarto come sono le infiorescenze di canapa nel settore industriale e “dimostrare, replicando in piccolo, un fenomeno sociale che è l’interesse verso la cannabis”.

Non sappiamo se raggiungeranno l’obiettivo di contribuire alla legalizzazione della cannabis in Italia, però sicuramente il successo di EasyJoint è un passo avanti verso la normalizzazione e se i risvolti di questo successo sono chiari in termini economici, saranno da valutare quelli sociali e, speriamo, politici.

Il mondo della cannabis in Italia sta tirando fuori il suo lato più creativo, offrendo alternative per visibilizzare e normalizzare la pianta che non infrangono la legge. Toccherà adesso aspettare settembre (forse) per vedere che cosa succederà con la proposta di legge ad iniziativa popolare che giace in Parlamento da ormai troppi mesi. 

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