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Il THC: e gli altri cannabinoidi?

Il THC: e gli altri cannabinoidi?

Di: Pippi Contini Attivismo

Non l’azione del solo THC ma la compresenza sinergica dei diversi cannabinoidi è la responsabile degli effetti benefici della cannabis. Esistono inoltre altri componenti della pianta che hanno grande rilevanza nel determinare i suoi effetti sul nostro organismo, come per esempio i terpeni. L’interazione di tutti questi elementi è stata definita da Shimon Ben-Shabat e Raphael Mechoulam, scienziato israeliano ed eminenza nel campo della ricerca sulla cannabis, come effetto entourage.

Nella letteratura scientifica sulla cannabis è possibile trovare molte informazioni sul THC. Il suo potere psicoattivo seduce molti consumatori oltre a servire come scusa per i proibizionisti. Ma dire che la cannabis è solo THC è come dire che il corpo umano è costituito solo da ossa e muscoli.

Fino ad oggi si conoscono più di 110 cannabinoidi, dei quali 68 maggiormente studiati.

Descrivere quali sono, i loro usi ed interazioni darebbe adito alla scrittura di vari libri e decine di tesi di dottorato. Sappiamo però che questi lavorano in interazione con altri 420 componenti (terpeni, flavonoidi, aminoacidi, enzimi, acidi grassi, etc..) che danno alla cannabis la versatilità che la caratterizza nel trattamento di diverse patologie.

Perché soffermarsi quindi esclusivamente sul più noto tetraidrocannabinolo e non scoprire gli altri inesplorati protagonisti della tavolozza dei cannabinoidi? Con un rapido sguardo, proviamo ad “allargare la famiglia“ dei cannabinoidi “principali” e dei loro benefici.

Il THC: e gli altri cannabinoidi?
CBD

Il Cannabidiolo (CBD)

Il Cannabidiolo (CBD) non possiede un effetto psicotropo, ma ha una grande valenza terapeutica. Innanzitutto gioca un ruolo di “regolatore” degli eccessi del THC, riducendone gli effetti indesiderati in presenza di dosi elevate. Inoltre è stato osservato che il CBD può rivelarsi efficace nel trattamento di condizioni cliniche difficili da controllare come l’artrite reumatoide, il diabete, la sindrome post-traumatica da stress, disturbi d’ansia ed infezioni resistenti agli antibiotici.

Se in termini generici potremmo dire che il THC è più facilmente associabile ad effetti psicoattivi, il cannabidiolo svolgerebbe invece un ruolo di mediazione più sedativa e rilassante.

Il fatto che il CBD sia legale, lo ha trasformato in una sorta di “cannabinoide stella” in Italia, dove è possibile trovarlo facilmente sotto forma di olii, tisane, liquidi per sigarette elettroniche ed incluso cristalli con una purezza del 99%.

Il Cannabigerolo (cbg)

Tra gli altri cannabinoidi abbiamo il Cannabigerolo (cbg), un cannabinoide non psicoattivo che si trova frequentemente nelle varietà di canapa industriale o nelle varietà considerate “medicinali” a basso contenuto di THC.

Si pensa che si tratti di una specie di “progenitore” degli altri cannabinoidi che verrebbero poi trasformati in altri cannabinoidi da enzimi specializzati della pianta. Questo spiegherebbe il fatto che il CBG sia presente in praticamente tutte le varietà di cannabis, anche se spesso in piccole quantità.

Tra le sue proprietà terapeutiche si sa che possiede effetti anti-infiammatori, riduce l’ansia e le tensioni muscolari e si stanno studiando possibili effetti del suo uso nella cura del cancro e del glaucoma vista la sua proprietà di ridurre la pressione oculare ed aiutare il drenaggio dei fluidi.

Il Cannabinolo (CBN)

Il cannabinoide a cui i ricercatori associano l’effetto sedativo della cannabis è il Cannabinolo (CBN). Si tratta di un metabolita del THC privo di effetti psicoattivi e dalle alte proprietà analgesiche, antiemetiche, antibatteriche ed anticonvulsivanti.

Una ricerca del Dipartimento di Scienze Chimiche, Alimentari, Farmaceutiche e Farmacologiche dell’ Università del Piemonte Orientale del 2008 ha evidenziato la potenzialità del CBN per contrarrestare gli effetti dello Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA).

Gli studi sul CBN sono ancora pochi, ma hanno mostrato la sua efficacia nel trattamento di ustioni e psoriasi in un uso topico e la possibilità del suo utilizzo nella cura dell’osteoporosi per la sua capacitá di stimolare la crescita della ossa.

Il Cannabichromene (CBC)

Il Cannabichromene (CBC) è un altro dei cannabinoidi non piscoattivi, abbondante nella pianta della cannabis, ancor più del CBD. Il suo potere antidolorifico sembrerebbe essere dato dall’interazione con il THC del quale esalta le proprietà appunto antidolorifiche. Le ultime ricerche scientifiche gli attribuiscono proprietà anti-infiammatorie, analgesiche, anti-virali, antibiotiche, antifungine, anti-depressive, anti-dolorifiche e come promotore della neurogenesi.

A prescindere dal fatto che la finalità   sia medica o ricreativa, comprendere più a fondo l’efficacia dei relativi usi della cannabis fa seguito ad una esigenza di maggior consapevolezza nel consumo, favorendo una conoscenza più ampia sulle potenzialità terapeutiche di tutte le sostanze chimiche presenti nella pianta. In Italia, l’uso medico della cannabis è legale e consultare un medico prima di automedicarsi con la cannabis resta sempre la migliore delle idee.

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