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Quando, come e perché effettuare un lavaggio radicale

Di: Contributor Coltivazione

All’interno del mondo della coltivazione domestica, sembra esserci un dibattito sulla questione del lavaggio delle radici delle piante di cannabis. Gli oppositori credono che farlo prima del raccolto le priverà di nutrienti vitali. Dall’altro lato, i sostenitori affermano che eliminerá le piante dai contaminanti in eccesso, producendo marijuana di una qualità superiore. In questo articolo esploreremo la verità: esattamente di cosa si tratta, perché è così importante e il modo migliore per farlo per il massimo beneficio.

Prima di addentrarci nei motivi per cui è importante lavare le radici delle piante di marijuana, dobbiamo capire esattamente di cosa si tratta. Questa pratica comporta l’irrigazione delle piante con acqua senza alcun elemento nutritivo aggiunto per un certo periodo di tempo prima della raccolta, da uno o due giorni a una settimana o anche di più, a seconda del substrato di coltura e del risultato che stiamo cercando di raggiungere.

Durante il ciclo di crescita e fioritura, le piante immagazzinano quantità eccessive di nutrienti, sali e altri composti, sia nelle radici che nel substrato di coltivazione. Se non si permette alle piante di sbarazzarsi di questi composti in eccesso lavando le loro radici, il prodotto finale sarà molto più secco e dal sapore più amaro. Può anche far sì che la cannabis risultante produca altri effetti collaterali negativi, come una cenere nera e uno sgradevole odore chimico. E la verità è che non risciacquare i nutrienti della pianta prima del raccolto può comprometterne seriamente la qualità, togliendole molto valore.

Che significa fare un lavaggio delle radici?

Sostanzialmente con questo termine si intende annaffiare e non utilizzare più nutrienti dopo un certo punto del ciclo di fioritura, solitamente durante le ultime due settimane di vita della pianta. Il modo migliore per capire come funziona è guardarlo da due diversi punti di vista:

  • L’uso di acqua naturale o una soluzione enzimatica per sciacquare le radici consentirà di lavare via tutti i sali non disciolti che si sono accumulati nel terreno di coltura. Se stai usando nutrienti minerali o idroponici, durante la fase vegetativa e la fase di fioritura si saranno sicuramente accumulati, quindi l’uso di acqua naturale dà la possibilità ai sali non disciolti di dissolversi.
  • Le piante di cannabis possono esaurire tutte le loro riserve interne e dare un’ultima spinta per aumentare dimensioni, peso, resina, terpeni e flavonoidi. Una buona analogia sarebbe una persona che digiuna senza cibo, quindi tutte le riserve interne che ha accumulato saranno esaurite di conseguenza. Molti coltivatori credono che un lavaggio finale assicuri che la pianta consumi tutti gli zuccheri immagazzinati e assorba tutto ciò che è rimasto nel substrato, ottenendo cime più grosse e più saporite.

Quando effettuare un risciacquo radicale alla cannabis

Trovare il momento migliore varierà a seconda di quanto sono vicine le piante alla raccolta, dall’esperienza e dei metodi utilizzati dal coltivatore. In generale, il lavaggio viene effettuato quando i tricomi iniziano a diventare di un bianco torbido, il che determina la finestra di maturazione ideale. Il tempismo è fondamentale perché se le lavi troppo presto, avrai pulito una pianta immatura; se invece lo farai troppo tardi, con poca acqua o con poca frequenza, i sali accumulati non verranno rimossi.

I coltivatori generalmente usano acqua naturale per sciacquare le radici per diversi motivi, ma le tempistiche per ogni scopo sono diverse. Ecco i tre principali motivi per farlo:

  • Risolvere i problemi relativi ai nutrienti: eseguire un lavaggio radicale se la pianta sembra malsana o mostra segni di blocco dei nutrienti, che è un accumulo di sali nel substrato che impedisce l’assorbimento di nuovi nutrienti. Potresti vedere foglie ingiallite, bruciacchiate, a forma di artiglio o di un verde insolitamente scuro che sono i segnali che mostrano questo blocco.
  • Ottieni un prodotto migliore: lavare le radici prima del raccolto riduce alcuni aromi di fertilizzante nelle cime, creando un fumo più morbido e un’erba più appetibile. Durante il lavaggio finale, dovresti iniziare a vedere l’ingiallimento delle foglie a ventaglio e lo scolorimento della chioma della pianta, un buon segno che i nutrienti si stanno esaurendo adeguatamente.
  • Variare l’alimentazione per passare alla fioritura: ad alcuni coltivatori piace lavare le radici quando passano dalla fase vegetativa alla fioritura perché le esigenze nutrizionali della pianta cambiano. Lavare le radici in quel cambio di ciclo non è dannoso quando si vuole evitare l’accumulo di nutrienti della fase precedente.

Come effettuare un lavaggio radicale alla marijuana

Per pulire le radici in profondità, è conveniente applicare due tecniche complementari: il lavaggio del substrato e il lavaggio per irrigazione.

Lavaggio del substrato

È il metodo più comune per risolvere un eccesso di nutrienti. Per poterlo fare in modo ottimale, è necessario posizionare le piante sotto una doccia o in una vasca da bagno e versare acqua direttamente sul substrato per circa 25-30 minuti. Basta tenere la manopola della doccia sopra il vaso, interrompendo brevemente il flusso dell’acqua, per poi riprendere con il lavaggio, in modo che l’acqua defluisca a poco a poco e il substrato venga pulito in maniera efficace e progressiva.

All’inizio l’acqua sarà piuttosto scura, ma diventerà più chiara man mano che il substrato viene ripulito. Alla fine del processo, l’acqua dovrebbe uscire praticamente pulita. Per essere sicuri di fare la cosa giusta, è conveniente misurare la CE (elettroconduttività) dell’acqua che defluisce dal vaso, all’inizio e alla fine del processo. L’ideale è che l’acqua in uscita sia il più vicino possibile alla lettura dell’acqua neutra in entrata. Non bisogna dimenticare che la temperatura non deve essere né troppo calda né troppo fredda: l’ideale è 20º-22ºC.

Lavaggio mediante irrigazione

Questo è il metodo più utilizzato per ottenere un prodotto di qualità alla fine del raccolto. Per ottenere ciò, bisogna innaffiare le piante come da prassi, ma senza dar loro alcun nutrimento o integratore, durante le ultime 2 o 3 settimane, con acqua pulita che abbia un pH compreso tra 5,8 e 6,2. Gli enzimi possono anche essere aggiunti all’acqua, una o due volte alla settimana, in modo che i sali minerali che sono presenti nei tessuti della pianta e nelle radici si dissolvano più rapidamente.

Una volta lavate le radici, bisogna sospendere l’uso di fertilizzanti e nutrienti ed irrigare con acqua solo se osserviamo che il substrato si asciuga. Questo costringerà la pianta a utilizzare la sua riserva di cibo, cambierà il suo aspetto e diventerà giallastra. Questo ci indicherá che il lavaggio radicale ha funzionato. Ma è essenziale raccogliere prima che le foglie siano completamente ingiallite, poiché le cime inizieranno a deteriorarsi.

Si consiglia di annaffiare all’inizio o alla fine della giornata quando le piante sono più fresche, in quanto ciò riduce la traspirazione in modo che non si idratino eccessivamente. E assicurati di non raccogliere piante di marijuana già secche o appassite; devono essere belle e sane quando le tagli, per preservare la maggior quantità di terpeni che daranno alla tua cannabis il sapore che merita dopo tanti mesi di lavoro.

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